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Carlo Parola, la biografia

Carlo Parola, nato il 20 settembre 1921 a Torino e scomparso il 22 marzo 2000 nella stessa città, è stato un calciatore e allenatore di calcio italiano, noto per la sua posizione nel campo come difensore. Si è affermato come uno dei difensori più talentuosi del XX secolo, guadagnandosi un posto tra i più grandi del suo ruolo. La sua abilità tattica, la sua forza fisica e la sua intelligenza di gioco gli hanno permesso di difendere con grande efficacia la porta della sua squadra. La sua presenza in campo era sempre rassicurante per i compagni di squadra e per i tifosi.

La carriera

Carlo Parola, noto anche come “Nuccio Gauloises” per via del suo pacchetto giornaliero di sigarette, è stato uno dei calciatori italiani più iconici della sua epoca. La sua carriera nel calcio iniziò dopo un breve periodo come ciclista, quando decise di dedicarsi completamente alla passione per il pallone.

Diciottenne, fece il suo esordio in Serie A con la maglia della Juventus, il club che avrebbe rappresentato con grande orgoglio per gran parte della sua carriera. Arrivato dal Dopolavoro FIAT, Parola riuscì a lasciare il segno fin dagli esordi. Il giornalista e scrittore Giovanni Arpino lo soprannominò affettuosamente “Nuccio Gauloises” per via del suo unico vizio, il fumo delle sigarette.

I successi con i bianconeri di Carlo Parola

Con la Juventus, Parola raggiunse importanti traguardi. Vinse una Coppa Italia nella stagione 1941-1942 e due scudetti nei campionati 1949-1950 e 1951-1952. La sua determinazione e la sua abilità gli permisero di collezionare un totale di 334 presenze con la maglia bianconera. La Juventus divenne la sua casa calcistica, e Parola diventò una vera e propria bandiera per il club.

Nel 1954, dopo una lunga e gloriosa carriera con la Juventus, Parola si trasferì alla Lazio. Con i biancocelesti, chiuse la sua carriera calcistica dopo aver disputato sette partite. Sebbene il periodo alla Lazio fosse breve, il contributo di Parola al calcio italiano era già stato consolidato durante i suoi anni alla Juventus.

La sua presenza in campo era così rilevante che Parola vestì la maglia della nazionale italiana in dieci occasioni. Un momento degno di nota nella sua carriera internazionale fu la partecipazione alla sfida tra Regno Unito e Resto d’Europa, tenutasi a Glasgow il 10 maggio 1947. Nonostante la pesante sconfitta per 1-6 e un autogol, la prestazione di Parola impressionò i club britannici che cercarono senza successo di ingaggiarlo.

Carlo Parola è stato un calciatore di grande talento e passione. La sua carriera è stata caratterizzata da numerosi successi e riconoscimenti, e il suo impegno sul campo ha lasciato un segno indelebile nella storia del calcio italiano. La sua dedizione alla Juventus e la sua abilità come difensore lo hanno reso una leggenda del club bianconero.

Carriera da allenatore

Dopo aver concluso la sua carriera di calciatore, Parola ha deciso di intraprendere immediatamente il percorso da tecnico. Ha iniziato come vice di Luigi Ferrero sulla panchina della Lazio durante il campionato 1955-1956. Successivamente, ha avuto un’esperienza triennale come allenatore dell’Anconitana, conducendo la squadra marchigiana alla promozione in Serie C nella stagione 1957-1958.

Nel 1959, Parola è tornato alla Juventus, il club in cui aveva trascorso gran parte della sua carriera calcistica. Inizialmente, ha ricoperto il ruolo di direttore tecnico, affiancato da grandi nomi come Renato Cesarini, Gunnar Gren e Július Korostelev. Durante il suo primo periodo alla Juventus, Parola ha ottenuto risultati straordinari. Ha vinto due scudetti e due Coppe Italia, incluso il double nazionale nella stagione 1959-1960, un risultato storico per il club. Tuttavia, alla fine della stagione 1960-1961, a causa di alcune incomprensioni con la dirigenza, Parola ha lasciato temporaneamente la panchina bianconera. Pochi mesi dopo, però, è stato richiamato a guidare la squadra all’inizio del campionato 1961-1962, dopo la partenza improvvisa di Gren. La sua terza e ultima stagione con la Juventus non è stata all’altezza delle aspettative, con la squadra che ha chiuso al dodicesimo posto, il peggior risultato mai conseguito dalla squadra torinese. Il declino della squadra, segnato dall’assenza di Giampiero Boniperti, i problemi fisici di John Charles e i dissidi interni tra Omar Sívori e Parola stesso, considerato troppo permissivo, sono stati attribuiti al cattivo rendimento.

Altre esperienze da allenatore

Dopo l’esperienza alla Juventus, Parola è diventato allenatore del Prato nel 1962, rimpiazzando la coppia Ferrero-Andreoli. Con il Prato, ha vinto il girone di Serie C, ottenendo la promozione nella serie cadetta. Successivamente, ha allenato diverse squadre, tra cui Chieri, Livorno e Napoli, quest’ultima nel ruolo di preparatore. È stato al Novara nella stagione 1969-1970, portando la squadra piemontese a una nuova promozione dalla Serie C e ricevendo il prestigioso riconoscimento del Seminatore d’oro come miglior tecnico del campionato.

 

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Mario Fedeli
Mario Fedeli
Dopo una laurea in economia, ho intrapreso un cammino che mai mi sarei aspettato, quello del giornalista. Oggi scrivo di calcio, basket e altri sport, raccontandoli quotidianamente. Vivo a Torino, sono sposato e ho una splendida figlia.
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