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Bruno Nicolè, la biografia

Bruno Nicolè, nato a Padova il 24 febbraio 1940 e scomparso a Pordenone il 27 novembre 2019, è stato un noto calciatore italiano con un ruolo predominante come attaccante. Dotato di una velocità straordinaria e di un ottimo tiro, si fece notare fin da giovane, conquistando rapidamente la popolarità nel mondo del calcio. Tuttavia, la sua carriera si concluse in modo prematuro, a soli 27 anni.

Gli esordi

Dopo aver trascorso un periodo formativo nelle giovanili del Padova, sotto la guida del tecnico Mariano Tansini, Bruno Nicolè venne dato l’opportunità di esordire in Serie A all’età di soli sedici anni, grazie all’allenatore Nereo Rocco. Era la stagione 1956-1957, e Nicolè dimostrò subito di avere grandi potenzialità.

Nonostante la giovane età, il talento di Nicolè non passò inosservato, e alla fine della stagione si ritrovò con 12 presenze e due reti all’attivo. Una di queste reti fu realizzata contro la prestigiosa squadra della Juventus, lasciando un’impressione indelebile sui tifosi e gli addetti ai lavori.

Bruno Nicolè alla Juve

Le sue performance attirarono l’attenzione del presidente della Juventus, Umberto Agnelli, che non esitò a mettere sul piatto un’offerta allettante: 70 milioni di lire e il prestito del talentuoso calciatore svedese Kurt Hamrin. Questo trasferimento segnò un momento significativo nella carriera di Nicolè, che si trasferì così in una delle squadre più prestigiose e competitive del calcio italiano.

Il percorso di Bruno Nicolè nel calcio non è stato privo di sfide. Inizialmente cresciuto come centravanti, si trovò a dover competere per un posto nell’attacco della Juventus, che vantava campioni del calibro di John Charles e Omar Sívori. Di conseguenza, venne spostato sulla fascia destra e nella sua prima stagione con la squadra bianconera raccolse 21 presenze, ma non riuscì a trovare la via del gol.

Tuttavia, nella stagione successiva Nicolè riuscì a rialzarsi e dimostrò il suo valore. Le sue prestazioni gli valsero la chiamata nella nazionale italiana maggiore da parte dell’allenatore Gipo Viani. Il 9 novembre 1958, a soli 18 anni e 258 giorni, fece il suo esordio in un’amichevole contro la Francia a Parigi. In quell’occasione segnò una doppietta, diventando il più giovane goleador nella storia della nazionale italiana. Questo record lo mantenne per i successivi 63 anni.

L’apice della carriera

L’exploit di Nicolè a Parigi gli procurò una repentina popolarità. Il famoso giornalista Gianni Brera lo paragonò a Silvio Piola, mentre il Quartetto Cetra citò il suo nome nella canzone “Che centrattacco!”. Inoltre, grazie a questa impresa, si classificò al 19º posto nella classifica del Pallone d’oro del 1958.

Continuando la sua carriera con la Juventus, Nicolè mantenne una buona media realizzativa. In 141 partite con la squadra bianconera, segnò 47 gol e contribuì alla conquista di tre scudetti, due Coppe Italia e una Coppa delle Alpi. In particolare, fece parte della squadra che ottenne una storica vittoria al Bernabéu contro il Real Madrid nei quarti di finale della Coppa dei Campioni 1961-1962, diventando così la prima squadra italiana a sconfiggere il Real Madrid in casa sua.

Tuttavia, la carriera di Nicolè fu segnata da frequenti problemi muscolari e sovrappeso, che ebbero un impatto sulle sue prestazioni. Alla fine della stagione 1962-1963, il nuovo presidente della Juventus, Vittore Catella, decise di cederlo alla Roma in cambio di Giampaolo Menichelli.

Nonostante le sfide affrontate lungo il cammino, Bruno Nicolè rimane un calciatore che ha lasciato un segno indelebile nel calcio italiano. Le sue gesta e il suo talento restano nell’immaginario collettivo, testimonianza della sua importanza nel panorama calcistico dell’epoca.

Ultimi anni e ritiro

La carriera di Bruno Nicolè è stata caratterizzata da una rapida ascesa che lo ha visto emergere molto giovane nel mondo del calcio. Tuttavia, la sua promettente carriera ha subito un’evoluzione negativa nella fase finale, impedendogli di esprimere appieno il suo potenziale. Dopo un breve periodo alla Roma, Nicolè è stato subito girato in prestito al Mantova. L’anno successivo è tornato alla Roma, dove ha vissuto uno dei momenti più significativi della sua carriera: il 1º novembre 1964, ha segnato il gol decisivo nella finale di Coppa Italia contro il Torino.

Nonostante questo successo, i suoi ultimi anni in giallorosso non sono stati all’altezza delle aspettative. Nel mese successivo, ha disputato la sua ultima partita in Nazionale e ha concluso la stagione con la Roma con due gol in 13 partite.

Con il passare del tempo, Nicolè ha iniziato a mostrare segni di declino e, nell’estate del 1965, è stato trasferito alla Sampdoria. Durante la sessione invernale di calciomercato, è stato ceduto all’Alessandria, squadra di Serie B. Dopo la stagione 1966-1967, che ha visto la retrocessione dei grigi in Serie C, Bruno Nicolè ha deciso di ritirarsi dal calcio professionistico a soli 27 anni. Al momento del ritiro, vantava 193 presenze e 53 gol in Serie A e 24 presenze e 4 gol in Serie B.

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