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Júlio César da Silva: biografia, carriera e vita privata

Júlio César da Silva (nato l’8 marzo 1963), di solito noto come Júlio César, è un ex calciatore professionista brasiliano che giocava come difensore centrale. Durante la sua carriera, ha giocato in diverse squadre in Brasile ed Europa, rappresentando anche la nazionale brasiliana alla Coppa del Mondo FIFA del 1986 e alla Copa América del 1987.

Nato a Bauru, São Paulo, Júlio César ha iniziato la sua carriera nel 1979 con il club brasiliano Guarani. Si è trasferito in Europa nel 1986, dopo un Mondiale di successo in Messico, trascorrendo una stagione con il club francese Stade Brestois. La stagione successiva, ha giocato per il Montpellier, dove è rimasto per tre stagioni, vincendo la Coupe de France durante la sua ultima stagione con la squadra.

La Juventus

Júlio César da Silva si è trasferito al club italiano Juventus nel 1990, nel tentativo di rafforzare la fragile difesa della squadra, facendo il suo debutto in Serie A il 9 settembre 1990, in una vittoria per 2-1 in trasferta contro il Parma. È rimasto a Torino fino al 1994, anche se, nonostante delle prestazioni solide, il suo tempo con la squadra è stato in gran parte infruttuoso; il suo unico trofeo con la Juventus è stato la Coppa UEFA, che ha vinto nel 1993, sotto la guida di Giovanni Trapattoni. In totale, ha fatto 125 presenze per la Juventus, segnando sei gol, due dei quali sono venuti in competizioni europee e tre dei quali sono venuti durante le sue 91 presenze in Serie A.

Il Borussia Dortmund

Nel 1994, è stato acquistato dal club tedesco Borussia Dortmund, dove ha immediatamente vinto i titoli consecutivi di Bundesliga e DFL-Supercup, durante le sue prime due stagioni con la squadra, così come la UEFA Champions League e la Coppa Intercontinentale nel 1997 (anche se ha mancato la finale della prima competizione a causa di un infortunio). È rimasto con la squadra fino al 1999, tranne che per i prestiti al club brasiliano Botafogo nel 1998 e al club greco Panathinaikos nel 1999. Più tardi quell’anno, si è unito al Werder Brema per la stagione 1999-2000 di Bundesliga, prima di tornare nuovamente in Brasile, per giocare per il Rio Branco, nel 2001, dove si è ritirato.

Júlio César da Silva
Júlio César da Silva

La Nazionale

Júlio César da Silva ha giocato 13 partite ufficiali per la nazionale brasiliana, da aprile 1986 a giugno 1993; ha fatto il suo debutto l’8 aprile 1986, in una vittoria per 3-0 in casa contro la Germania Est. Ha anche giocato per il Brasile contro “Il Resto del Mondo” nel 1989 e per “Il Resto del Mondo” contro il Brasile nel 1990.

Ha giocato per il Brasile alla Coppa del Mondo FIFA del 1986 in Messico e ha vinto il premio come Miglior Difensore Centrale, venendo eletto nella squadra del torneo. Tuttavia, la sua eccezionale prestazione nel torneo è stata temperata dal suo errore dal dischetto contro la Francia nel memorabile quarto di finale a Guadalajara. Con il rigore-pari a 3-3, dopo che Michel Platini aveva infamemente sparato il suo calcio di rigore sopra la traversa, Cesar si è presentato per il Brasile solo per vedere il suo potente tentativo schiantarsi contro il palo sinistro. Luis Fernández ha trasformato il rigore successivo e ha vinto la partita per la Francia. L’anno successivo, ha anche rappresentato il suo paese alla Copa América del 1987.

Stile di gioco

Ampiamente considerato uno dei migliori difensori centrali del Brasile, Júlio César da Silva era conosciuto per la sua forza fisica, velocità e abilità aerea, così come per il suo posizionamento, il tackling e la capacità di leggere il gioco. Un difensore veloce, versatile e potente, con buoni piedi, visione e capacità di passaggio, era anche capace di giocare come libero, una posizione che gli permetteva di contribuire agli attacchi delle sue squadre e di fare corse nella metà campo avversaria, dove utilizzava la sua abilità aerea, oltre alla sua eleganza in stile centrocampista sulla palla e le sue abilità tecniche, con grande effetto. Era anche un preciso esecutore di punizioni e rigori, dotato di un potente tiro da distanza, il che lo rendeva una minaccia offensiva aggiuntiva.

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