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Totò Schillaci, biografia

Totò Schillaci, un ex calciatore professionista italiano, è stato un attaccante di grande successo. Ha giocato per la Juventus anche se è con la Nazionale che è riuscito a guadagnarsi la massima fama a livello internazionale.

La carriera

Ha iniziato la sua carriera giocando per il Messina dal 1982 al 1989, prima di trasferirsi alla Juventus, dove ha giocato dal 1989 al 1992. Ha rappresentato l’Inter dal 1992 al 1994 e il Júbilo Iwata dal 1994 al 1997.

Totò Schillaci ha sorpreso tutti esibendosi straordinariamente nel Campionato del Mondo FIFA del 1990, dove ha segnato gol preziosi per l’Italia che alla fine si piazzò terza. Ha ottenuto il Golden Boot come capocannoniere del torneo e il Golden Ball come miglior giocatore del torneo. Dopo il Mondiale, ha giocato per la Juventus e si è trasferito all’Inter prima di giocare per il Júbilo Iwata in Giappone. Ha annunciato il suo ritiro nel 1999.

Esperienza con la Nazionale

Dopo una sola apparizione con l’Italia Under-21, sotto la guida di Cesare Maldini, Toto Schillaci fece il suo debutto internazionale con la squadra nazionale italiana il 31 marzo 1990, in una vittoria amichevole per 1-0 in trasferta contro la Svizzera a Basilea, guidata dal manager Azeglio Vicini. Non passò molto tempo prima che il giovane attaccante fosse formalmente convocato per il campionato del mondo FIFA 1990, che si sarebbe tenuto in patria.

Totò schillaci
Totò Schillaci

Schillaci prese il posto di Andrea Carnevale durante la prima partita italiana contro l’Austria e segnò il gol decisivo che portò l’Italia alla sua prima vittoria del torneo. Durante la partita successiva contro gli USA, Schillaci fece una comparsa come sostituto prima di iniziare la successiva contro la Cecoslovacchia al fianco di Roberto Baggio. La coppia di attaccanti guidò l’Italia alla vittoria con Baggio e Schillaci entrambi andando a segno nella partita.

La favola di Italia ’90

L’impresa di Schillaci continuò durante le partite successive della fase a eliminazione diretta del torneo, in cui iniziò con Baggio. Schillaci segnò il primo gol contro l’Uruguay nei sedicesimi di finale e quello vincente nei quarti di finale contro la Repubblica d’Irlanda, preparando anche un gol per Aldo Serena contro l’Uruguay.

Durante la semifinale contro l’Argentina, Gianluca Vialli sostituì Baggio nella formazione titolare, ma Schillaci mantenne il suo posto nella squadra. La partita finì 1-1, con il quinto gol del torneo di Schillaci, tuttavia l’Italia venne eliminata ai calci di rigore. Schillaci rifiutò di tirare il rigore, citando un infortunio.

Schillaci chiuse il torneo segnando il gol vincente su rigore nella vittoria dell’Italia per 2-1 contro l’Inghilterra nella partita per il terzo posto e vinse il Golden Boot come capocannoniere del torneo con sei gol totali. Inoltre, Schillaci ricevette il premio Golden Ball come il miglior giocatore del torneo. Toto siglò un altro gol per l’Italia in una sconfitta per 2-1 in trasferta contro la Norvegia durante un match di qualificazione per l’UEFA Euro 1992, portando il suo totale a sette gol in sedici presenze con la maglia azzurra tra il 1990 e il 1991.

Lo stile di gioco

Totò Schillaci era un attaccante agile, veloce e dinamico, dotato di un gran fiuto del gol e una solida tecnica. Era un centravanti prolifico, affidabile e opportunista, famoso soprattutto per la sua anticipazione, la sua reattività e il suo eccellente senso della posizione, che, insieme alla sua accelerazione, gli permettevano di correre in attacco e superare gli avversari in area, guadagnandosi la reputazione di essere “sempre al posto giusto al momento giusto“.

Era in grado di finalizzare sia in area che fuori, con potenti conclusioni e colpi di testa precisi, nonostante non fosse particolarmente imponente in aria; inoltre, era bravo sui calci piazzati e efficace sui rigori. Sebbene fosse principalmente noto per il suo stile di gioco egoista e istintivo, era anche capace di collaborare e combinare con i compagni di squadra, nonostante non fosse particolarmente abile nella fase di impostazione. Grazie ai suoi exploit realizzativi, il suo ex allenatore al Messina, Francesco Scoglio, lo descriveva come un giocatore che “non aveva mai visto qualcuno che volesse segnare tanto come lui“.

 

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