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Lionello Manfredonia, la biografia

Lionello Manfredonia, nato il 27 novembre 1956 a Roma, è un dirigente sportivo ed ex calciatore italiano. Durante la sua carriera da calciatore, ha ricoperto i ruoli di difensore e centrocampista. Manfredonia ha iniziato a giocare come libero, ma nel corso della sua carriera si è adattato anche come stopper o mediano, dimostrando grande versatilità e capacità di adattamento.

Lazio

La Lazio ha fatto sua l’acquisizione di Lionello Manfredonia quando aveva appena 15 anni, strappandolo alla Juventus dal Boreale DonOrione, una società calcistica con sede nella zona di Monte Mario. Il trasferimento è stato effettuato al prezzo di un milione di lire, dimostrando il grande interesse del club nei confronti del giovane talento. Grazie alla sua formazione e alla valorizzazione ricevuta sotto la guida del tecnico Arnaldo Paradiso, Manfredonia ha avuto l’opportunità di sviluppare le sue abilità e dimostrare il suo valore.

Durante il periodo in cui militava nella squadra Primavera della Lazio, insieme a Bruno Giordano, Stefano Di Chiara e Andrea Agostinelli, Manfredonia ha contribuito alla conquista dello scudetto nella stagione 1975-76. Questo successo ha confermato il suo talento e la sua promettente carriera nel mondo del calcio.

Il suo esordio nella massima serie è avvenuto il 2 novembre 1975, quando aveva ancora meno di diciannove anni, nella partita contro il Bologna. Nel corso degli anni successivi, Manfredonia è diventato un titolare indiscusso nella squadra, dimostrando le sue capacità sul campo.

Il Totonero

Tuttavia, la sua carriera è stata segnata dal coinvolgimento nello scandalo del Totonero, insieme ai compagni di squadra Cacciatori, Giordano e Wilson. Come conseguenza di questo scandalo, Manfredonia è stato squalificato per tre anni e sei mesi. Tuttavia, dopo il successo della Nazionale italiana al Campionato mondiale di calcio 1982, la FIGC ha deliberato un condono di due anni per lui, permettendogli di tornare a giocare nella Lazio, che in quel momento militava in Serie B.

Con il suo ritorno, Manfredonia è stato reinserito nel ruolo di mediano incontrista e la Lazio è riuscita a risalire nella massima serie. Tuttavia, con l’arrivo di Giorgio Chinaglia come presidente, la squadra ha iniziato a lottare per evitare la retrocessione. La stagione 1984-85 è stata particolarmente difficile e già durante il girone d’andata la Lazio sembrava condannata. In aggiunta a ciò, si sono verificati attriti tra Manfredonia e Giordano, che hanno influenzato negativamente l’ambiente della squadra. A seguito di questi avvenimenti, Chinaglia ha lasciato la presidenza e per Manfredonia si è aperta la strada per un inevitabile trasferimento verso altri club.

Cessione di Manfredonia alla Juventus

Nel 1985, dopo un periodo difficile che vide la Lazio retrocedere nuovamente, Lionello Manfredonia intraprese una nuova avventura nella prestigiosa Juventus. Questo trasferimento rappresentò un importante passo avanti nella carriera del talentuoso difensore italiano.

Appena arrivato alla Juventus, Manfredonia si unì a un club che era ben noto per la sua tradizione di successi e ambizioni di vittoria. La sua esperienza e il suo talento sarebbero stati messi alla prova in una squadra di alto livello, con giocatori di calibro internazionale. Non passò molto tempo prima che Manfredonia cominciasse a mettersi in luce con la sua abilità e dedizione. Nel 1985, conquistò la Coppa Intercontinentale con la Juventus, dimostrando la sua importanza all’interno della squadra. La vittoria in questa competizione prestigiosa confermò il suo valore come difensore e contribuì ad accrescere la sua reputazione nel panorama calcistico.

Nel campionato successivo, la Juventus non si accontentò solo di competizioni internazionali, ma puntò anche al successo a livello nazionale. Grazie alle doti di Manfredonia e alle prestazioni di squadra, la Juventus si aggiudicò lo scudetto nel 1986. La permanenza di Manfredonia alla Juventus fu caratterizzata da un impegno costante e da una grande professionalità.

Roma

Nel 1987, Lionello Manfredonia si trasferì alla Roma per una cifra considerevole di 3 miliardi di lire. Tuttavia, il suo passato con la Lazio gli valse una contestazione da parte dei nuovi tifosi romanisti. Nella Curva Sud si formò addirittura un gruppo organizzato di tifosi contro di lui, chiamato GAM (Gruppo Anti-Manfredonia).

La sfortuna colpì duramente Manfredonia il 30 dicembre 1989, durante una partita allo Stadio Renato Dall’Ara contro il Bologna. Dopo soli cinque minuti di gioco, il calciatore collassò a terra a causa di un arresto cardiaco. Bruno Giordano, suo ex compagno di squadra alla Lazio e avversario quel giorno con la maglia rossoblù, fu il primo a correre in suo soccorso. Il massaggiatore della Roma, Giorgio Rossi, riuscì ad estrarre la lingua di Manfredonia dalla gola, mentre i medici Alicicco e Naccarella gli praticarono il massaggio cardiaco e la defibrillazione. Trasportato d’urgenza all’Ospedale Maggiore di Bologna, Manfredonia si risvegliò dal coma due giorni dopo. Nonostante la sua determinazione a tornare a giocare, l’Istituto di Medicina e Scienza per lo Sport del CONI gli negò l’idoneità. Di conseguenza, Manfredonia decise di ritirarsi dal calcio nella primavera del 1990.

 

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